martedì 27 maggio 2008

Just like pasta e fazoo, that's Amore!



Oggi sono in vena di confidenze. Sarà che sento l’estate arrivare e la voglia di stare bene.
Così stamattina ho deciso che avrei festeggiato con…il mio piatto preferito: pasta e fagioli.
Lo so che anche stavolta, si obietterà sul fatto che spesso cucino senza badare alle stagioni, ma vi assicuro che questo è vero solo per piatti “invernali” preparati in estate ( i piatti freddi in inverno sono una cacofonia!) e tengo invece piuttosto presente la stagionalità dei prodotti.
Adoro le minestre, i passati di verdure, le vellutate perché si mangiano col cucchiaio (se dovessi
scegliere una posata, è quella che preferisco quando non è permesso l’uso delle mani) e poi perché si può arricchirli di gustosi crostini.
Cucinare minestre restituisce alle donne l’anima stregona che le caratterizza: in grosse pentole si mescolano ingredienti con cucchiai di legno che assorbono i sapori e ne restituiscono altri.

Just like SAGNE e fazoo, that's Amore!



La pasta e fagioli profuma di mia nonna che la cucinava spesso, stendendo a mano la pasta.
Con una manualità quasi certosina, preparava quelle che nel mio dialetto si chiamano “sagne”: rettangoli piuttosto grossi da cuocere insieme ai fagioli, in modo da regalare loro l’amido che rende questa una vera, densa minestra.
Mia nonna appartiene a quella tradizione culinaria contadina che grandi chef cercano di recuperare e riadattare, ma che poche volte ho potuto riassaporare girovagando per ristoranti.
L’odore del suo soffritto è tra gli odori che fanno parte del mio personale “data base” gastronomico, perché nessuno usa più lo strutto per imbiondire la cipolla, per lasciarla soffriggere nel tepore di un letto di grasso, lo stesso grasso che conferisce alla minestra una nota caratteristica e distintiva.
E quando tra i fagioli trovava posto anche qualche “resto” di prosciutto…allora la sinfonia era davvero completa!
Non si può certo dire che io sia cresciuta con piatti ipocalorici, ma vi assicuro che quella tradizione mi ha condizionato piacevolmente e arricchito notevolmente la vita.
Così, ogni volta che preparo la pasta e fagioli è come se festeggiassi mia nonna che mi ha insegnato, inconsapevolmente e dolcemente ad essere come sono.

giovedì 22 maggio 2008

A casa di Vale. Psicologia del frigo.


Alle volte fantastico su come sarebbe bello poter entrare nelle case di sconosciuti e delinearne un profilo spicciolo solo aprendo il frigorifero.
So che la mia affermazione non rappresenta una novità: che dal frigo si possano conoscere le abitudini (non solo quelle alimentari) di una persona, è forse stra-noto.
Questo weekend, oltre che a Spello, ho fatto visita a casa di Vale, il quale ha sapientemente allestito una cena x 10 nel terrazzo di una Roma non ancora inondata dalla pioggia.
Così ho deciso, tra un bicchiere di Montepulciano e l'altro, che avrei inaugurato una nuova etichetta "Caffè nel frigo", con cui firmare i post di serate casalinghe (e che spesso si rivelano le migliori).
Dunque...dunque: se voi conosceste un minimo Vale, sapreste per certo che il frigo è semplicemente "acchittato" per la serata: quelli che vedete nel secondo ripiano sono infatti gli involtini già pronti (???????....evvabbè, ogni tanto vanno bene anche quelli del macellaio!) serviti a seguire di una simpatica cacio&pepe.
Nel primo ripiano, troneggia un salame (per le serate tristi, quando non hai voglia di cucinare), cipolle come se piovessero, zucchine (che servono sempre, regine delle grandi trasformazioni) e...
dulcis in fundo...la pancetta (che mi dicono, non manchi mai).
Non potendo partecipare al gioco poichè conosco Vale, vi lancio la sfida:
Chi è Vale? e soprattutto...cosa contengono i sacchetti del terzo ripiano?



mercoledì 21 maggio 2008

7mila caffè

Spesso capita che la pigrizia abbia la meglio sul partire: sono felice di aver deciso invece di dedicare lo scorso weekend alla mia passione.
Spello si è rivelata un luogo quasi incantato: a ridosso del Monte Subasio, ricca di una certa romanità che personalmente apprezzo, una cittadina ospitale, fresca e soprattutto....piena di fiori. (A proposito domenica prossima là c'è "L'infiorata" e tutte le strade si vestono di fiori).
Il Festival del Caffè ha sicuramente risentito dell'essere appena nato, pochi gli stand, ma interessanti le iniziative.
La splendida cornice della manifestazione è un luogo da visitare: Villa Fidelia è circondata da un giardino in cui sorseggiare un caffè è una esperienza non solo per il gusto, ma per tutti i sensi.
Macchine da caffè di inizio secolo sono state oggetto di una mostra attraverso cui ripercorrere idealmente il mutamento del gusto italiano legato al caffè, al design e alla tecnica di produzione di questa magica pozione (quella che vedete ne è un esempio).
quanti caffè ho bevuto? forse più di quanti riusciate a contarne nella foto in basso.


venerdì 16 maggio 2008

Vi offro un caffè...a Spello


So che non mi perdonerete mai (forse sì, visto che i lettori di questo blog sono pochi ma buoni) per l'assenza tanto prolungata.
E' che, diciamo così, ho assunto una quantità di caffeina (metafora per dire che sono stata un tantino nervosa), che ho preferito attendere qualche giorno per smaltirla e scrivere.
Quello di oggi è un appuntamento: ho scoperto che in questo weekend, a Spello (PG), c'è il primo CAFfèstival, una simpatica manifestazione sul.......CAFFE'!!!!!!!!
e che si fa...si può mancare?


vi lascio il link e se siete in zona, ci si becca lì.



www.caffestival.com



martedì 6 maggio 2008

Unti e Bisunti


Per fortuna che in tempi economicamente tristi, si riesca comunque a cenare allegramente fuori casa con un pò di amici carnivori. Oddio, c'è da dire che i suddetti amici devono avere nel proprio diennea una certa capacità di adattamento ed appartenere alla categoria "l'abito non fa il monaco" (oppure di contro, pensare che il vintage faccia chic) per accompagnarvi in un luogo mangereccio che appartiene ad una Roma che (evviva!) esiste ancora.
Dal Quagliaro non si capita per caso, si sceglie di andare.
Come è facilmente intuibile, il piatto forte è costituito da quaglie arrosto nel forno a legna, servite con degli sfiziosi funghetti grigliati e sfumati (col vino?con un vino che è aceto?boh!ma che c'importa?) e olive nere. Dato che i gustosi animaletti sono un pò miseri, si servono con una bella ciriola (panino tipico laziale-romano) tagliata in due, sulla quale.....sinfonia del colesterolo.....si trova uno strato di unto (grasso delle quaglie?).
Poichè mi piace l'idea che sperimentiate con i vostri occhi, la foto del piatto verrà sostituita con quella dell'ancora funzionante frigorifero presente nel locale.
Non è meraviglioso?