giovedì 21 agosto 2008

In Abruzzo come in Giappone


Ebbene sì! mi sono concessa qualche giorno di vacanza, restando però dalle mie parti (in Abruzzo) e al volo posto, in attesa di fare un altro mini-viaggio che mi porterà invece a riassaporare il gusto di quel Sud che occupa una parte del mio cuore.
Sono riuscita (durante questa pausa)a cucinare qualcosa, ma diciamo che la compagnia esigeva che i pasti fossero consumati al ristorante, sicchè, adeguandomi alla comune volontà, ho gustato piatti cucinati dalla altrui abilità.
E, se di abilità e manualità vogliamo parlare, chi meglio dei giapponesi può darcene prova?
vedere impastare il riso per farne sushi è uno spettacolo che merita la vista e per chi, come me, adora il pesce crudo, è quanto di più gustoso si possa consumare.
Per conoscenza, il sushi è un cibo a base di riso cotto con aceto di riso, zucchero e sale e combinato con un ripieno o guarnizione di pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato e può essere servito disperso in una ciotola di riso, arrotolato in una striscia di alga o disposto in rotoli di riso o inserito in una piccola tasca di tofu.
Il sashimi è invece pesce servito senza riso.

Buon appetito, signoli!




giovedì 7 agosto 2008

L'amico pomodoro


Il pomodoro mi fa simpatia. E' l'amico che tutti abbiamo o che vorremmo avere. Potrebbe tranquillamente chiamarsi, che ne so (?), Sandrino. Uno che puoi coinvolgere in qualunque cosa, perchè come il nero, "va su tutto".
Però è rosso come il sole d'estate che lo fa crescere.
Il pomodoro colora un piatto un pò triste, rende acidulo un piatto troppo dolce o dolce un piatto con note acide: ci sono numerose varietà che si prestano ad ogni occorrenza e bisogno.
Quando ero piccola, lo coglievo dall'orto e lo mangiavo come si mangiano le caramelle, una dopo l'altra, voracemente, ancora caldo, con un profumo misto di terra. Allora non sapevo mica che il pomodoro, una garanzia contro l'invecchiamento (ricco di betacarotene, licopene e vitamine varie) mi avrebbe assicurato contro l'avanzare delle rughe (oddio...avrei dovuto mangiarne di più?)!
Quella che vi posto è la ricetta dei pomodori ripieni di riso: la tradizione vuole che si cuocciano nella teglia adagiati su uno strato di patate, ma ho preferito mescolare le patate a cubetti con il riso e cuocerli al cartoccio (o semi-cartoccio).
L'unica difficoltà della ricetta sta nel restituire ad ogni pomodoro la propria calotta!


Pomodori al riso e patate
5 pomodori ciccioni allo stesso modo 2 patate
2 agli 5 fette di formaggio molle (quello che più vi piace)
prezzemolo 3 cucchiai di parmigiano reggiano
basilico sale
pepe nero noce moscata

Mettete a bollire un litro di acqua.
Tagliate la calotta dei pomodori in modo da poter svuotare questi ultimi dei loro semi e del succo che raccoglierete in una ciotola capiente tanto da contenere l'aglio fatto a pezzetti (non tanto piccoli, se intendete avere una vita sociale), il prezzemolo, il basilico, sale e cubetti di formaggio.
Capovolgete i pomodori (dopo averne tenuto da parte le calotte) su un tagliere, in modo che si asciughino un poco al loro interno. Tagliate le patate a cubetti.
Salate l'acqua e buttate il riso (nella pentola, non nel secchio!), fatelo cuocere per metà del suo tempo di cottura (variabile in base alla varietà di riso scelto, ma preferibilmente una decina di minuti cosicchè anche le patate abbiano il tempo di cuocersi), scolate, LASCIATELI RAFFREDDARE e uniteli al composto con un pizzicodi noce moscata (che esalta il gusto delle patate).
Farcite i pomodori e prima di chiudere ognuno con la propria calotta, spolverate con il parmigiano (che nella cottura aiuterà a tenere unite le due parti del pomodoro e a creare una piacevole crosticina).
Ricavate dei rettangoli dai fogli della carta forno, adagiatevi sopra i pomodori e arrotolate i bordi del rettangolo per chiudere il cartoccio.
Forno a 180 per quaranta minuti/un'ora.

N.b. il riso si può anche non cuocere prima della cottura in forno e usare crudo nel composto. In tal caso, fate attenzione che la varietà non sia di quelli che "non scuociono mai", altrimenti avrete dei pomodori ripieni di...sassi. Un classico Riso ribe parboiled è ok.




























venerdì 1 agosto 2008

Lo "scaricanervi": il Pesto


Che la cucina abbia doti terapeutiche è come affermare che viviamo sulla Terra, anche se alcuni si comportano come se non fosse così (ma questa ipotetica vena acidula comprometterebbe la tesi introdotta nel titolo del post) e ritengono invece che seguire ricette e cimentarsi ai fornelli sia frustrante, che generi una sorta di ansia da prestazione con cui dover fare i conti a piatto ultimato.
Mi spaccio per democratica e dunque cercherò di comprendere (non di sostenere) questo punto di vista, giustificando il mio con una posizione moderata. Dipende.
Dipende da ciò che si cucina, dalla consapevolezza delle proprie capacità, da quanto intendiamo sfidarle, etc,etc.
Di una cosa sono certa e non mi muoverò da questa idea: fare il pesto funge da scaricanervi.
Vuoi mettere battere le foglioline di basilico nel mortaio ruotando il pestello...sentire i profumi che salgono su, l'odore dell'aglio appena accennato?
per la ricetta, vi linko il sito del Consorzio del Pesto (eh, già: il pesto va protetto!)
io il pecorino l'ho messo nella cialda su cui ho appoggiato gli spaghetti (a poche ricette concedo la pasta lunga...).

Adesso sì che sono tranquilla!