sabato 10 marzo 2012

Anche il peperone ha un cuore (o sul lato inaspettatamente sentimentale di un ortaggio qualunque)


Il razzismo culinario esiste.
Espressioni come "cuore di carciofo", "cuore di cioccolato", "cuore di mela" inneggiano all'intolleranza. Me lo immagino spesso, l'orgoglioso carciofo su un banco di mercato, accanto, che so, ad una zucchina, ugualmente verde ma di un tono diverso che fa bella mostra di sè lucidata e fresca come certe donne al primo appuntamento, domandare spocchioso: "Io un cuore ce l'ho: er tuo 'ndo sta?". E all'improvviso mi sembra di vederlo quel verde della zucchina diventare triste, ritirarsi manchevole. Il carciofo ha un cuore a toccare il quale si arriva a fatica, ma si sa che c'è. L'infame lo racchiude spesso tra mille spine per darti l'impressione da subito che sia qualcosa di prezioso e che per conquistarlo ci voglia fatica. E anche in mezzo ad altri cento simili esposti, il carciofo è orgoglioso della sua unicità: non gli importa di sapere che non è il solo ad avere un cuore. La scomoda verità, caro carciofo, è che tutti hanno un cuore: alcuni, come gli umani, ne hanno uno collocato non al centro come il tuo, ma in alto e si dice sia persino legato alle emozioni. Quello addirittura puoi sentirlo pulsare impazzito quando ti accadono cose spiacevoli o ancora meglio, quando ciò che ti accade è irrimediabilmente bello. Succede anche quando ti innamori e quando i cuori che senti battere diventano due. Un cuore, caro carciofo, ce l'ha anche un peperone e, a differenza di te, lo espone senza alcuna paura, lo lascia guardare e toccare da chiunque senza tirarsela tanto, perchè è coraggioso e consapevole che pur avendone uno solo, valga comunque la pena donarlo.