sabato 26 luglio 2008

Non sappiamo più a quale Vin Santo votarci?



Sono perplessa da qualche giorno.
Il vino è una mia grande passione, fortunatamente condivisa con milioni di persone che, come me, lo acquistano e lo apprezzano.
Mi è capitata tra le mani una newsletter di un'azienda avellinese produttrice di Taurasi: mi si informava di una iniziativa per la quale ognuno di noi può prodursi il suo vino sfruttando attrezzature e competenze enologiche dell'azienda di cui sopra.
Al di là degli apprezzamenti sull'originalità dell'iniziativa, mi è scattata dentro una certa vena polemica: ho un'idea romantica del vino che cozza spesso con le pratiche di cantina, con il marketing fine a se stesso (quello per cui "produrre è vendere")...
sarò antica, ma adoro la sorpresa, la scoperta rispetto alla consapevolezza per cui se un vino è un assemblaggio di certe uve avrà certi sentori, sarà l'espressione del territorio in cui è prodotto, la quasi certezza per cui dentro ci troverò le leggi del "gioco" dell'uva e non quelle del mercato.
Non c'è un vino che vorrei. Non siamo tutti enologi. Lasciamo fare a chi lo sa fare il proprio mestiere. E se davvero non sappiamo a che santo votarci per tirar fuori un vino che sappia far parlare di sè e di chi lo produce, allora torniamo a consultare il buon Frate Indovino....


6 commenti:

briscolo ha detto...

Sai, mi piace proprio questo blog, dovresti solo aggiornarlo con più frequenza. Traspare una grande sensibilità. A proposito del vino...."custom"....mi pare che di modi per venderlo non se ne trovino più, se non questi. Facciano pure, imploderanno nel loro stesso mercato di ignoranti "mi sono fatto fare il vino come volevo io".

chiccodicaffè ha detto...

Grazie per i complimenti!
fanno sempre bene...
per l'aggiornamento continuo, al momento avrei un pò di difficoltà (evidente) legata al tempo a disposizione..

Enzo Felici ha detto...

Sono il titolare di quell'azienda di taurasi....
Vi ringrazio per l'interesse e per le critiche.
Io ho il vino dei miei sogni e mi piecerebbe che qualche azienda nel nord lo realizzasse. Prima di avere una cantina, cercavo in ogni vino quell'emozione che solo un prodotto vivo e in continua evoluzione sa dare.
E' vero, da imprenditore, produco per vendere, da appassionato cerco di rendere possibile a quelli come me di vivere le proprie passioni.
L'iniziativa vuole essere uno strumento per coinvolgere e appassionare. Per vivere il proprio hobby in prima persona. E' un'iniziativa, con tutti i difetti e, per carità, anche i vizi commerciali, tuttavia, vi invito a seguirla, perchè spero di realizzare qualcosa che mai nessuna cantina è riuscita a fare, rendere trasparente ogni singola fase della realizzazione del vino, non nascondere nulla.
Saluti e grazie ancora

chiccodicaffè ha detto...

Rispondo da qui, Sig.Felici, al suo commento per il quale la ringrazio:lo scambio di opinioni tra le parti (per quanto siano sindacabili dall'una o dall'altra), rappresenta comunque una fonte inesauribile di crescita.
Non metto in dubbio l'approccio altruistico che la muove a condividere la sua passione con altri (e questo le fa onore), ma sono convinta che l'Identità di un vino prima di essere condivisa, vada ascoltata ed espressa.
Mi piacerebbe bere un vino in cui Lei, da produttore, traduca le sue Personali emozioni e non quelle di tutti gli appassionati.
Vorrei un vino che mi parlasse di Lei e in cui scoprire solo dopo,bevendolo, anche un pò di me:
questo mi legherebbe per sempre al suo vino.
Non c'è dubbio che continui a seguire la sua iniziativa (sulla cui originalità mi sembra di aver già espresso pareri positivi): la critica è costruttiva solo se supportata da elementi di osservazione diretta.
Ed è indubbio che il fatto di far parlare di sè sia comunque, sotto un profilo comunicativo, un successo.
Attendo con ansia il suo prodotto.
Intanto le auguro buon lavoro e la ringrazio ancora.

Enzo Felici ha detto...

Sono pefettamente concorde sul fatto che le critiche siano sempre e comunque costruttive (tanto più che stiamo parlando di vino e non di problematiche internazionali).
Se vuole un vino che parli di me che mi rappresenti, deve provare (se mi viene a trovare in cantina non mancherò di fargliene omaggio) il mio Taurasi. Lo vedo nascere, crescere, piangere (quando va in botte) e poi mese dopo mese esprimere quelle caratteristiche di struttura e profumi che adoro (sono sposato con il Taurasi, che amo perdutamente, ma non riesco a troncare la relazione con le mie due amanti Pinot nero e sfursat).
Scherzi a parte, una piccola cantina deve fare di tutto per farsi notare e apprezzare.
Tutti i giorni ci impegniamo affinchè i nostri prodotti siano il meglio che siamo in grado di fare. Tutti i mesi dobbiamo fare i conti con stipendi e fatture da pagare, e, allora, ci vogliono strumenti innovativi per vendere il vino e farsi conoscere.
Il Vino che vorrei vuole essere un modo per coniugare una strategia commerciale con l'instaurare un dialogo con clienti e appassionati che ci permetta di crescere e, soprattutto, di migliorare.
La saluto cordialmente, non smetta di seguirci e criticarci e, naturalmente, l'aspetto in cantina

chiccodicaffè ha detto...

Felice, Sig. Felici, di aver conosciuto prima un pò Lei e poi i suoi vini.
Quando li berrò sentirò sicuramente parlare di Lei.
La ringrazio ancora per lo scambio.
A presto.