giovedì 20 novembre 2008

Il cucchiaio intelligente

Farsi domande potrebbe essere il mio mestiere. Perché non mi accontento. Cerco risposte. E la mia testa diventa un affollarsi di input infelici che quando non si trasformano in output felici, si risolvono in aspirine sciolte nell’acqua (che frizzano pure, rendendo talvolta amplificato il mal di testa da sovraesposizione).
Leggo della fantastica invenzione del “cucchiaio intelligente”: un prototipo di cucchiaio in grado di stabilire il giusto grado di sapidità del cibo, l’equilibrio tra acidità e altro, forse anche la temperatura.
Mi chiedo: ne ho bisogno? So che tante invenzioni inizialmente strambe sono nate dallo stesso interrogativo e poi diventate, ahimè, insostituibili (perché ora non me ne viene in mente nessuna?).
Così provo ad immaginarne le situazioni d’uso.
Cucina di un ristorante Tre Stelle Michelin: lo Chef o il suo vice, assembla gli ingredienti per una portata che il cliente in sala attende trepidante…basi, cottura: ok.
Ancora in padella (o pentola, o forno,o abbattitore o quello che vi pare)….il piatto è lasciato quasi a sé, gli si butta solo qualche occhiata perché non muoia di solitudine, tanto l’ultima parola sarà del cucchiaio intelligente!
Vedo già una rivoluzione nella brigata di cucina: accanto ai classici ruoli, nei prossimi annunci di lavoro ci sarà scritto “con almeno tre anni di esperienza nell’uso del C.I.”.
Sarà il sous chef ad usarlo? È qualcosa che può fare anche il lavapiatti?
inventeremo pentole di riflesso intelligenti perché dotate del suddetto cucchiaio?
Insomma, l’uso ci chiarirà le idee.
La mis en place è a posto. Il piatto arriva sul tavolo del cliente (esigente perchè disposto a sborsare 80 euro per quel piatto). Ansia. Il cliente ne valuta l’aspetto. Non si fa ingannare come una volta dai profumi che il cibo gli racconta: è come se avesse perduto l’intelligenza dei suoi sensi e questa si fosse trasferita nel cucchiaio, di cui da buon critico è naturalmente anch’egli dotato.
Lo estrae dall’apposita custodia.
Per la prima volta sente di possedere un reale, scientifico metodo di valutazione del cibo.
Inserisce il cucchiaio nel piatto e….all’improvviso un allarme delicato, ma persistente si materializza nelle sue orecchie (il cibo da consumatore non coinvolge anche questo senso, che nel frattempo, causa perdita dei suoi fratelli, si sarà perfezionato e avrà ampliato le sue capacità).
Le mandibole del runner, rimasto fino ad allora accanto al tavolo, in attesa di valutare la giustezza del piatto, inevitabilmente si contrarranno e la sua voce si preparerà ad assumere quel tono di scuse confacenti la situazione.
In cucina nel frattempo, udito quel suono, si ricomincerà da capo a preparare lo stesso piatto probabilmente ritarando il cucchiaio o semplicemente facendolo volare nella pattumiera (dopo avergli dato chiaramente dello “stupido”).

3 commenti:

Lydia ha detto...

Che cosa stupida il cucchiaio intelligente!!!!

chiccodicaffè ha detto...

wow!bello il tuo blog...e la torta sciù sciù!

Lydia ha detto...

Grazie Claudia, è un blog corale, direi.
Un abbraccio