venerdì 27 febbraio 2009

Di che pasta siamo fatti?



Vabbè, lo confesso: al mattino andando al lavoro mi capita di riempire la borsa già urlante pietà di una miriade di quotidiani gratuiti (free press, fa in effeti più cool) che fuoriescono tipo carica esplosiva da ogni mezzo e spesso, tanto indipendenti che nella borsa ci saltano da soli.
Leggo, Metro, 24, City: taglio diverso per ognuno, spesso notizie comuni, trafiletti e articoli lunghi abbastanza per non farti perdere la fermata della metro (il che ti causerebbe un fastidio triplicato, qualora avessi tra le mani proprio Metro!) o del treno.
Ebbene cosa mai leggo (su Leggo) stamattina?
"Spaghetti bollenti-multati 26 pastifici"...
no, cavolo, no. Non toccatemi la pasta.
Non credo di poterlo tollerare.
Allora, come ai tempi delle superiori (che detto così sembra siano stati 100 anni fa...e in effetti facendo due conti...ok, non è questo il punto), quando in Giugno si andava a vedere i quadri e si scorrevano lentamente con gli occhi le righe dei nomi per arrivare al tuo che con la coda dell'occhio avevi già visto mezzo rosso e speravi ci fosse un errore...ecco, io stamattina ho scorso l'elenco sperando che l'azienda che produce la mia pasta preferita, non fosse tra quelli accusati di aver “semplicemente” composto un cartello in maniera tale da alzare e controllare i prezzi, praticando un a intesa restrittiva della concorrenza. Cioè probabilmente questi simpatici produttori si erano accordati sul da farsi, ovviamente comprando a due lire dagli agricoltori e rivendendo tutti insieme a 5000.
Come è intuibile, la percentuale che la mia pasta preferita non fosse tra gli accusati era davvero minima.
Io, come voi, ho comprato a 5000. Solo che non lo sapevo.
Credevo di mangiare un'italianità famosa nel mondo, quasi fiera di condire un piatto che mi sembra diverso negli altri Paesi (sono protezionista).
E soprattutto credevo nella vena creativa della concorrenza.
Già me li figuravo i miei Signori pastai a studiare strategie per differenziarsi dagli altri, grafiche sempre più accattivanti, packaging preziosi, politiche di prezzo concorrenziali.
E invece se ne stavano seduti sulle loro poltrone, tanto non c'è nulla a cui pensare: vendiamo a quanto ci pare quello che già abbiamo prodotto...sordi al rumore del bollire della pentola, hanno buttato giù la mia pasta, senza curarsi dei tempi di cottura.
E quella che ora ho nel piatto è solo pasta scotta.

Per chi volesse saperne di più vi linko http://www.informacibo.it/pasta/pasta_multa.htm

2 commenti:

Lydia ha detto...

Claudia, io sono una pastaiola.
Mi capita di mangiare pasta a pranzo e a cena senza problemi.
Era un pò che predicavo che la pasta era aumentata in maniera eccessiva, senza motivo.
Sono solo curiosa di vedere se a questo punto i prezzi scenderanno.
Non ci hai detto però qual è la tua pasta preferita.
Io mangio la garofalo nella quotidianità ed alcuni formati della setaro nelle grandi occasioni.
Per es i paccheri setaro sono gli unici che non si rompono.
Un abbraccio

chiccodicaffè ha detto...

ciao, Lydiuzza!
diciamo che ho volontariamente omesso il marchio, tanto nell'elenco ci sono tutte!
cmq abbiamo gli stessi gusti in fatto di pasta e altro mi pare...
vediamo che succede!
bacio