giovedì 16 aprile 2009

La dignità di avere fame (in Abruzzo)

Ho incrociato più volte Romina in ospedale, osservandola da lontano.
L'allegria dei suoi riccioli contrasta di netto con la malinconia dei suoi occhi: impossibile non doverci fare i conti.
Impossibile per me non avvicinarla.
All'inizio credevo fosse una volontaria, perchè il suo modo di vestire era tipico di chi sta "in trincea" e ha braccia tanto lunghe da tendere la mano a chiunque.
Il dolore comunica in un modo tutto suo e ti dona una sensibilità in grado di riconoscere quello degli altri.
Romina è una vittima del Terremoto: ha perso (come tanti) casa, lavoro e sua madre ha avuto un'arresto cardiaco ma per fortuna ora sta bene.
Già orfana di padre, non è stato facile replicare quando mi ha detto che se avesse potuto salvare qualcosa, sarebbe stata la foto di suo padre.
Mi ha raccontato di quando i suoi amici sono venuti a prenderla e a portarla via e in un bar lontano le hanno offerto la colazione: ha detto loro di non avere fame, ma credendo di non essere vista, ha afferrato subito dopo di nascosto dei biscottini sul bancone.
("In verità dopo il terremoto, io avevo fame!", mi ha riferito con lo stupore di una bambina).
Mi sembra sciocco e innaturale, dopo averla conosciuta, scrivere di cibo e per questo mi scuso con i miei pochi-ma buoni lettori.
L'attività di Chicco ripartirà.Come l'Abruzzo.
Ringrazio Romina che mi ha insegnato sorridendo, la dignità di avere fame.

1 commento:

Lydia ha detto...

Ciao Claudia, posso segnalarti il blog della mia amica Linnea che ha trascorso le sue vacanze pasquali in Abruzzo come volontaria?
Ci sono una serie di post in cui racconta la sua esperienza.
Un abbraccio
http://linnea.biz/2009/04/15/vita-da-volontari-2/