
domenica 30 novembre 2008
Il piatto piange

venerdì 21 novembre 2008
Chicco...di grano
http://arezzo.blogolandia.it/2008/12/04/gruppo-di-acquisto-popolare-pane-a-1-eurokg-a-saione/
giovedì 20 novembre 2008
Il cucchiaio intelligente
Leggo della fantastica invenzione del “cucchiaio intelligente”: un prototipo di cucchiaio in grado di stabilire il giusto grado di sapidità del cibo, l’equilibrio tra acidità e altro, forse anche la temperatura.
Mi chiedo: ne ho bisogno? So che tante invenzioni inizialmente strambe sono nate dallo stesso interrogativo e poi diventate, ahimè, insostituibili (perché ora non me ne viene in mente nessuna?).
Così provo ad immaginarne le situazioni d’uso.
Cucina di un ristorante Tre Stelle Michelin: lo Chef o il suo vice, assembla gli ingredienti per una portata che il cliente in sala attende trepidante…basi, cottura: ok.
Ancora in padella (o pentola, o forno,o abbattitore o quello che vi pare)….il piatto è lasciato quasi a sé, gli si butta solo qualche occhiata perché non muoia di solitudine, tanto l’ultima parola sarà del cucchiaio intelligente!
Vedo già una rivoluzione nella brigata di cucina: accanto ai classici ruoli, nei prossimi annunci di lavoro ci sarà scritto “con almeno tre anni di esperienza nell’uso del C.I.”.
Sarà il sous chef ad usarlo? È qualcosa che può fare anche il lavapiatti?
Insomma, l’uso ci chiarirà le idee.
La mis en place è a posto. Il piatto arriva sul tavolo del cliente (esigente perchè disposto a sborsare 80 euro per quel piatto). Ansia. Il cliente ne valuta l’aspetto. Non si fa ingannare come una volta dai profumi che il cibo gli racconta: è come se avesse perduto l’intelligenza dei suoi sensi e questa si fosse trasferita nel cucchiaio, di cui da buon critico è naturalmente anch’egli dotato.
Lo estrae dall’apposita custodia.
Per la prima volta sente di possedere un reale, scientifico metodo di valutazione del cibo.
Inserisce il cucchiaio nel piatto e….all’improvviso un allarme delicato, ma persistente si materializza nelle sue orecchie (il cibo da consumatore non coinvolge anche questo senso, che nel frattempo, causa perdita dei suoi fratelli, si sarà perfezionato e avrà ampliato le sue capacità).
Le mandibole del runner, rimasto fino ad allora accanto al tavolo, in attesa di valutare la giustezza del piatto, inevitabilmente si contrarranno e la sua voce si preparerà ad assumere quel tono di scuse confacenti la situazione.
In cucina nel frattempo, udito quel suono, si ricomincerà da capo a preparare lo stesso piatto probabilmente ritarando il cucchiaio o semplicemente facendolo volare nella pattumiera (dopo avergli dato chiaramente dello “stupido”).
La "cucchiarella" stupida
Perché accade che ciò che per me è molto caldo o freddo, per qualcuno è semplicemente piacevole?
Esiste un filone culinario che vede validi chef affermare la presenza costante della chimica in cucina: credo di aver ribadito più volte in modi differenti che l’eccesso di scientificità in un piatto mi sembra lo privi della poesia dei sensi, dell’ingenuità che siano solo i sensi a stabilire come “deve esser fatto”.
So che non è così. Non può essere così. Accade lo stesso per il vino. Perché ci aspettiamo che quel piatto mangiato una volta e impresso nei nostri ricordi, abbia sempre lo stesso sapore. Lo vogliamo così.
Lo sappiamo o no che ciò che viene dalla terra, dalla stessa terra, usato sempre nella stessa quantità per creare un piatto, può cambiare? Risentire di una raccolta sfortunata, di un’annata in cui ha piovuto di più o di meno e il sole è stato poco o troppo generoso.
Guardiamolo il cibo, annusiamolo, cerchiamo di riprodurlo simile ai nostri ricordi sensibili, ma con la consapevolezza che le condizioni di produzione spesso cambiano. Usiamo gli occhi ma non ne facciamo uno strumento di valutazione solo estetica quando scegliamo i cibi.
Annusiamoli, prima e dopo la cottura e sorprendiamoci davanti alla scoperta di quanto muti il loro sapore.
Adoperiamo anche le orecchie per riconoscere la musicalità di un ragù che bolle, di un aglio che soffrigge con una nota diversa dalla cipolla.
E nel preparare un piatto, lasciamo da parte il cucchiaio intelligente e fidiamoci della vecchia, fedele, stupida, “cucchiarella” di legno dal manico bruciacchiato.
mercoledì 22 ottobre 2008
Il Caffè e la Signora Sambuca: il segreto di un matrimonio inossidabile.

sabato 4 ottobre 2008
Piccoli segreti d'amore di funghi e gorgonzola
giovedì 25 settembre 2008
L'AMAta AMAtriciana
Roma è una donna un po’ vecchia, a cui l’età non ha tolto la vanità di un rossetto rosso e di un collo di pelliccia, utile non a ripararsi da un freddo che non le appartiene, ma a rendere più bello ciò che è già bello per natura.
Piena di contraddizioni, di aperture e profonde chiusure, di strade larghe e lunghe che ti sembra percorrendole, tu possa arrivare dovunque perché sei al centro.
Erroneamente Lei ti fa credere di essere al centro di un mondo che è là, in ogni angolo.
A Piazza Vittorio lo trovi nelle spezie che popolano il mercato, negli ortaggi che vengono da un posto lontano e che puoi assaporare semplicemente acquistando un biglietto da un euro.
Una parte del mondo la scopri nella Moschea, un’altra nel quartiere ebraico: luoghi in cui la gente prega un Dio solo in apparenza diverso dal tuo.
Roma è piena di violenza e di amore. E’ ricca, ma stracolma di poveri. Piena di sole, ma anche di giornate interminabili di pioggia.
E’ una madre generosa che accoglie tutti i suoi figli, ma che spesso non sa come crescerli.
Roma è il rosso di un sugo semplice come i romani, la goliardia del guanciale fritto, il divertimento del pecorino, il ticchettio di un vino sfumato, il calore di una mezza manica di un tramonto di settembre.
Dose per 1
100 gr di mezze maniche
8 pomodori piccadilly
2 foglie di basilico
20 gr di pecorino in scaglie e 30 gr di pecorino grattugiato
Mezzo bicchiere di vino bianco
100 gr di guanciale
2 cucchiai di olio d’oliva
Sale grosso e fino
Soffriggete in una padella il guanciale tagliato a listarelle non troppo sottili per circa 5 minuti. Sfumate con il vino. Intanto mettete sul fuoco la pentola per la pasta.
Togliete dalla padella il guanciale e lasciatelo scolare dall’olio in eccesso: questa operazione serve ad evitare che l’acqua dei pomodori renda molle il croccante guanciale.
Nella stessa padella, unite i pomodori interi e coprite con un coperchio. Lasciate aprire i pomodori e cuoceteli per circa 10 minuti.
Non salate il sugo, tenendo a mente che dovrete aggiungere il guanciale che è già piuttosto saporito.
Non lasciate che il sugo si asciughi troppo. Aggiungete il guanciale e il pecorino grattugiato.
Versate la pasta nella padella e amalgamate sul fuoco.
Come decorazione del piatto e perché è davvero godurioso, aggiungete le scaglie che conferiranno il giusto grado di sapidità e croccantezza.
martedì 16 settembre 2008
Stiufy di cipolle al curry e rosmarino
Troppo spesso le mie intenzioni subiscono un mutamento di orientamento.
Ricetta per 4 Stiufy (ammesso che di Stiufy ce n’è una sola!)
2 uova
2 bicchieri di latte parzialmente scremato
70 gr di parmigiano grattugiato
30 di pecorino
10 aghi di rosmarino (non esagerate visto che il rosmarino è egoista e tende a rubare la scena agli altri aromi)
2 grosse cipolle bianche
mezzo cucchiaino di curry in polvere
due pizzichi di sale
mezzo bicchiere di vino bianco (un comune igt va benissimo…sì, sì va bene anche la bottiglia che avete aperta nel frigo)
sale
pepe
un bicchiere e mezzo di farina
Affettate le cipolle a rondelle sottili. Stufatele in una padella medio grande con due cucchiai di olio. Copritele con un coperchio. A metà cottura ( a me piacciono croccanti), salate e versate il vino.
Lasciate evaporare senza coperchio e sul fuoco ancora 5 minuti.
Non giratele spesso, altrimenti rischiate che gli anelli diventino fili di cipolle e perdano tutta la loro ironia. Accendete il forno, tenendolo a bassa temperatura.
Nel frattempo (o anche dopo - a cottura ultimata delle cipolle- se non avete fretta), sbattete le uova intere in una ciotola e unite, sempre mescolando lentamente, latte, farina, sale pepe, rosmarino (insomma tutti gli ingredienti tranne le cipolle).
Prendete dei pirottini di alluminio (io quelli di silicone ancora non li ho trovati economicamente abbordabili), oliateli un po’ e mettete sul fondo di ognuno qualche anello di cipolla, poi due o tre cucchiai di impasto e guarnite il tutto con qualche anello di cipolla.
Prendete una pirofila di alluminio e riempitela con due dita di acqua. Mettete all’interno i pirottini che devono essere toccati dall’acqua fino a metà.
180 gradi per 40 min.
sabato 6 settembre 2008
Rotoli di (ciccia e ) zucchine
Ingredienti per 2
5 zucchine non molto grandi 1 scatola di tonno all'olio d'oliva da 150 gr
pan carrè o pane raffermo 1 bicchiere di latte sale grosso e fino 2 piccoli agli
mercoledì 3 settembre 2008
Cosa voglio di più dalla vita?
giovedì 21 agosto 2008
In Abruzzo come in Giappone

giovedì 7 agosto 2008
L'amico pomodoro
venerdì 1 agosto 2008
Lo "scaricanervi": il Pesto
sabato 26 luglio 2008
Non sappiamo più a quale Vin Santo votarci?
venerdì 11 luglio 2008
Tutti frutti
Quella di oggi è una torta di frutta canonica, con tanto di pasta frolla come base.
Per i non addicted, la pasta frolla è una massa cicciona di burro impastato con farina, uova, zucchero, miele, limone e un pizzico di lievito in polvere.
Va lavorata con le mani e vi assicuro che grazie alla sua consistenza dona una certa sensazione di onnipotenza divina: si può modellare meravigliosamente prima di riposare in frigo per un'oretta.
La crema è la classica pasticcera preparata con ricetta di nonna: 4 cucchiai di zucchero, 4 tuorli, 4 cucchiai di farina, mezzo litro di latte, la buccia di un limone e cannella.
Se vi piace la vaniglia, ve la consento ma..solo in bacelli.
L'ho decorata con pesche, pere coscia e ribes, su cui ho lasciato cadere una soluzione di acqua e zucchero, dal m0mento che aborro la gelatina che lucida, sì, ma fa tanto colla.
In accompagnamento ho scelto Dolce sinfonia "Occhio di pernice" 2001 di Bindella, vin santo composto da Prugnolo gentile e Trebbiano che matura in legno per tre anni e affina in bottiglia per 12 mesi.
L'alternativa è un caffè corposo, una miscela ricca di quelle che ho avuto il piacere di degustare presso il Terme Manzi Hotel di Ischia.
Eccovi qua anche la colonna sonora http://it.youtube.com/watch?v=mlkMc0ZaJmY
venerdì 27 giugno 2008
martedì 17 giugno 2008
Anche a Giulianova nasce lo zenZERO
sabato 14 giugno 2008
Picasso e i biscotti
giovedì 12 giugno 2008
A casa di Bea: "Presto! fate l'alcool test al suo frigo!"
mercoledì 11 giugno 2008
Una non tira l'altra: una giornata tra le "care" ciliegie
Devo aver perso la concezione del valore del denaro. Cioè non credo di averla persa, in realtà sono confusa o semplicemente sto invecchiando. Da qualche tempo la Domenica la dedico a gironzolare per paesini, alla ricerca di stimoli e cose curiose.
venerdì 6 giugno 2008
Non tutte le ciambelle riescono col buco!
giovedì 5 giugno 2008
Monsieur "Lo Porco" a Capestrano
lunedì 2 giugno 2008
Buon compleanno, BLOG!
Così in un giorno uggioso, uguale a tanti altri in cui mi sembra di aver dimenticato persino come sia fatto il sole, mi viene in mente che fare una torta sarebbe un ottimo antidoto contro il grigiore circostante e soprattutto...potrei festeggiare il MESIVERSARIO del mio blog! non è che avessi in mente una torta in particolare, semplicemente avevo stampate le decorazioni che avrei fatto su: cucinare in estate ha il vantaggio di poter arricchire di fiori il cibo e la tavola con lo svantaggio di cucinare a temperature talvolta proibitive, ma chi l'ha dura, la vince, no?
premetto di non cucinare mai dolci, forse perchè in cuor mio, culinariamente parlando, li trovo frivoli o semplicemente mi sembra che alla loro riuscita concorrano troppi fattori "esterni" .
La verità è che, lo ammetto, preparare dolci è una vera e propria filosofia di cucina che non sento vicina.
Comunque ogni tanto mi cimento con dolci semplici e il risultato di oggi è questo: una torta classica allo yogurt e cacao.
P.S. è gia finita...
martedì 27 maggio 2008
Just like pasta e fazoo, that's Amore!
Così stamattina ho deciso che avrei festeggiato con…il mio piatto preferito: pasta e fagioli.
Lo so che anche stavolta, si obietterà sul fatto che spesso cucino senza badare alle stagioni, ma vi assicuro che questo è vero solo per piatti “invernali” preparati in estate ( i piatti freddi in inverno sono una cacofonia!) e tengo invece piuttosto presente la stagionalità dei prodotti.
Adoro le minestre, i passati di verdure, le vellutate perché si mangiano col cucchiaio (se dovessi
scegliere una posata, è quella che preferisco quando non è permesso l’uso delle mani) e poi perché si può arricchirli di gustosi crostini.
Cucinare minestre restituisce alle donne l’anima stregona che le caratterizza: in grosse pentole si mescolano ingredienti con cucchiai di legno che assorbono i sapori e ne restituiscono altri.
Just like SAGNE e fazoo, that's Amore!
Con una manualità quasi certosina, preparava quelle che nel mio dialetto si chiamano “sagne”: rettangoli piuttosto grossi da cuocere insieme ai fagioli, in modo da regalare loro l’amido che rende questa una vera, densa minestra.
Mia nonna appartiene a quella tradizione culinaria contadina che grandi chef cercano di recuperare e riadattare, ma che poche volte ho potuto riassaporare girovagando per ristoranti.
L’odore del suo soffritto è tra gli odori che fanno parte del mio personale “data base” gastronomico, perché nessuno usa più lo strutto per imbiondire la cipolla, per lasciarla soffriggere nel tepore di un letto di grasso, lo stesso grasso che conferisce alla minestra una nota caratteristica e distintiva.
E quando tra i fagioli trovava posto anche qualche “resto” di prosciutto…allora la sinfonia era davvero completa!
Non si può certo dire che io sia cresciuta con piatti ipocalorici, ma vi assicuro che quella tradizione mi ha condizionato piacevolmente e arricchito notevolmente la vita.
Così, ogni volta che preparo la pasta e fagioli è come se festeggiassi mia nonna che mi ha insegnato, inconsapevolmente e dolcemente ad essere come sono.
giovedì 22 maggio 2008
A casa di Vale. Psicologia del frigo.
mercoledì 21 maggio 2008
7mila caffè
Spello si è rivelata un luogo quasi incantato: a ridosso del Monte Subasio, ricca di una certa romanità che personalmente apprezzo, una cittadina ospitale, fresca e soprattutto....piena di fiori. (A proposito domenica prossima là c'è "L'infiorata" e tutte le strade si vestono di fiori).
Il Festival del Caffè ha sicuramente risentito dell'essere appena nato, pochi gli stand, ma interessanti le iniziative.
La splendida cornice della manifestazione è un luogo da visitare: Villa Fidelia è circondata da un giardino in cui sorseggiare un caffè è una esperienza non solo per il gusto, ma per tutti i sensi.
Macchine da caffè di inizio secolo sono state oggetto di una mostra attraverso cui ripercorrere idealmente il mutamento del gusto italiano legato al caffè, al design e alla tecnica di produzione di questa magica pozione (quella che vedete ne è un esempio).
quanti caffè ho bevuto? forse più di quanti riusciate a contarne nella foto in basso.
venerdì 16 maggio 2008
Vi offro un caffè...a Spello
vi lascio il link e se siete in zona, ci si becca lì.
www.caffestival.com
martedì 6 maggio 2008
Unti e Bisunti

Come è facilmente intuibile, il piatto forte è costituito da quaglie arrosto nel forno a legna, servite con degli sfiziosi funghetti grigliati e sfumati (col vino?con un vino che è aceto?boh!ma che c'importa?) e olive nere. Dato che i gustosi animaletti sono un pò miseri, si servono con una bella ciriola (panino tipico laziale-romano) tagliata in due, sulla quale.....sinfonia del colesterolo.....si trova uno strato di unto (grasso delle quaglie?).
Non è meraviglioso?
lunedì 28 aprile 2008
Che cos'è un nome? Una rosa...

domenica 20 aprile 2008
Tanti saluti all'inverno
Mentre gusto il pranzo domenicale (e tradizionale), penso agli aromi che nel mio immaginario sensoriale appartengono a quella stagione (possiamo dire sia passata o tornerà presto? Boh!intanto salutiamolo così).
L’inverno profuma di cannella, chiodi di garofano e arancia. Sa di crema pasticcera e biscotti al cioccolato.
E il caffè è perfetto con tutti questi aromi. Onde evitare però di “mettere troppa carne al fuoco”, decido di lasciar fuori crema e cioccolato.
Pranzo terminato.
Preparo la miscela direttamente dalla moka: uno strato di caffè, metàdellametà di un cucchiaino di cannella, altro caffè e un chiodo di garofano. Chiudo,accendo e attendo.
Che brivido, l’attesa! L’aria si riempie di cannella, ma nessuno lo sa: nessuno dei miei commensali immagina che tra poco berrà via in un caffè la stagione fredda.
Adesso mi arriva al naso anche il chiodo di garofano…leggero, quasi impercettibile, fuso e insieme distinto dall’amica cannella.
Giro, verso nella mia tazzina (gli altri preferiscono il vetro: profani! ed io che continuo a sedermi a tavola con loro…sono troooooppo tollerante) e ne rubo gli aromi.
Se ne accorgeranno? Li osservo. Come fanno a non sentire l’ inverno?
Forse si lasciano confondere dai raggi di sole che filtrano dalla finestra. Ecco…solo uno di loro mi chiede confuso: “ma che c’è in questo caffè?”. S’ illumina quando glielo rivelo e aggiunge che un po’ meno cannella avrebbe giovato alla miscela, addolcendo il retrogusto amaro della cannella quasi tostata. Ci penso su: ognuno ha il suo inverno e senza quel retrogusto il mio non avrebbe avuto in sé l’ odore acre del fumo dei camini.
venerdì 18 aprile 2008
Buono come il pane?

Così oggi che ho voglia di casa e di calore, sì, mi faccio il pane. Ho letto parecchie ricette e curiosità (lo sapevate che quello di Genzano è il primo IGP?), ma l'idea di stare là con le dosi non mi sconfinfera, quindi diciamo che ho preso 500 gr di farina (400 circa tipo"00", la restante parte gialla da polenta), un cubetto di lievito, acqua tiepida in cui scioglierlo, sale e olio.
Impasto per una ventina di minuti e lo adagio in un recipiente unto di extravergine, coprendolo come se avesse l'influenza.
Ora attendo. Il pane è quasi un parto (sarà per questo che si usa il lievito "madre"?). Diverso in questo dai dolci che lievitano ma al calduccio del forno, il pane necessita, diciamo così, di almeno un paio di ecografie: cioè va reimpastato dopo una prima lievitazione.
Dunque, considerando i tempi, per le 10 di questa sera vedremo la signora Pagnotta e i suoi figli Panini.
Nell'attesa...le foto di un vero pane.
(Dalla Festa del pane di Bressanone)
domenica 13 aprile 2008
Mele da favola
sabato 12 aprile 2008
Vini e piccola cucina

Il breve tempo impiegato per arrivarci potrebbe dilatarsi, tanto in realtà non hai neppure la percezione di essere mai uscito di casa. Perchè ti trovi a casa.
Nel piccolo laboratorio (attenzione: quella è una piccola cucina che produce grandi cose!) scopri un Mago ed il suo Assistente concentrati a miscelare pozioni, assaggiare, bere in accompagnamento, sperimentare, sorridere. Forse è questo il segreto che il Mago non rivela: lavorare col sorriso dentro.
E i piatti che da quelle sperimentazioni prendono forma , hanno nel sorriso l'ingrediente segreto: piccoli capolavori della cucina tradizionale, spesso rivisitati che narrano l'impegno, la passione e la cura.
Ti racconta storie di vini, si diverte ad incantare il Mago e t'illude senza volerlo, di essere nella tua casa, mentre lui cucina per te o semplicemente ti serve vino...ci sono luoghi dove il cuore lo lasci senza volerlo e puoi tornare a prenderlo indietro quando vuoi, perchè quell'alchimia è infinita....
giovedì 10 aprile 2008
Il mio: a ME MI piace così...
Badate bene, non che io conosca tutte le virtù o le varietà del caffè: non sono un'esperta, so di certo che dentro c'è caffeina, che può essere un blend di miscele, tostato o meno, che c'è l'arabica (come nelle gomme?), che alcuni sanno più di cioccolato, di nocciola...ma per me deve essere solocaffè. Non sopporto che, ordinando un caffè al bar, mi si chieda "normale (o liscio)?", in vetro?"
Ecco..se avessi voluto tutto questo, l'avrei chiesto. E non è tanto la fatica di precisare ogni volta, quanto il dispiacere che non sia chiaro che sul caffè le mie idee soono chiare. Che bisogno c'è di arricchire un concetto tanto semplice quanto una tazzina e un caffè. Troppo banale?
per fortuna sono innamorata (corrisposta) della moka.
mercoledì 9 aprile 2008
Gioco

dopo il tentativo che vedete...sorseggio un caffè.
che dire? avevo cominciato cucinando per questa sera (sono ospite dal mio super amico) e mi fa piacere dilettarmi ai fornelli: vellutata di broccoli e spinaci con cuore (eh, sì...la cucina è questione di cuore) di carotine croccanti e crostini al parmigiano, polpettine di maiale al sesamo, quando....illuminazione!!!!!
preparo le basi e assemblo dal pout-pourry di ingredienti un simpatico esempio di finger food.
Rubo dal cassetto la digitale e compongo il piatto.
Di foto ne ho fatta una sola: la curiosità di assaggiare la polpettina era troppo forte!
nelle polpette ci ho infilato scorza di limone e cannella: se mi sentisse mia nonna....
chicco e tazzina
Ciò di cui ho voglia è sentire l'aroma del caffè che entra nella stanza, quando ancora gli occhi non sono aperti, ma lo sono gli altri sensi, vigili, e la caffeina sembra entrarti dentro, dal naso, come fosse una pozione magica, l'essenza del risveglio.
Che faccio.... mi preparo il terzo?